ASPETTANDO “PIANISTI”, CLASSICA HD HA INTERVISTATO LA CELEBRE CONCERTISTA E INSEGNANTE DELL’ACCADEMIA PIANISTICA DI IMOLA

Lunedì 13 aprile alle 21.10 andrà in onda la prima puntata di “Pianisti”, la nuova serie di Classica HD prodotta da Sonne Film per la regia di Giangiacomo De Stefano e Lara Rongoni e dedicata ai protagonisti dell’accademia pianistica più prestigiosa del mondo: l’Accademia di Imola. Questo primo appuntamento è dedicato principalmente al giovanissimo allievo Leonardo Però. La sua insegnante, la famosa pianista Jin Ju, racconta al pubblico di Classica HD la sua esperienza professionale di musicista e didatta e il rapporto con Leonardo.Quanto contano il talento naturale, l’istinto musicale e l’educazione accademica?

Per un musicista contano moltissimo l’istinto e il talento naturale, ma anche l’educazione accademica è importante. Io ho studiato quattordici anni al Conservatorio Centrale di Pechino con un bravissimo maestro, che mi ha insegnato a fare musica con il cuore e con l’intelligenza; ho studiato poi in Inghilterra al Royal College of Music e, infine, ho avuto l’occasione di venire a Imola a perfezionarmi. Insomma, anche l’educazione accademica è fondamentale per la crescita di un musicista.

Lei quanto lascia spazio all’inclinazione dell’allievo e quanto cerca invece di educarlo?

Per me è importante capire le qualità di ogni allievo. Ognuno ha un dono e io cerco di non interferire nella personalità dei giovani e non creare tante copie di me stessa. Ogni studente è speciale.

C’è la possibilità che un talento pur straordinario si bruci precocemente?

Questo è possibile. Io ho cominciato a insegnare quando avevo undici anni e ho sempre amato insegnare e condividere la mia esperienza, la mia passione. Spesso però ho visto che anche un talento eccezionale alla fine si può smarrire. È un peccato ma, come nella vita, la natura fa la sua scelta. È certamente vero che però quando c’è un talento bisogna fare di tutto per proteggerlo, migliorarlo e aiutarlo a crescere.

Parliamo del suo allievo, Leonardo Però. Ci può dire qualcosa su di lui, sul suo carattere?

Lavoro con Leonardo da più di un anno. È un bambino intelligente e di buon cuore, è molto reattivo e veloce a capire. Questa è una qualità molto positiva. Da un anno a questa parte ha fatto tantissimi progressi. Diventare un musicista è un processo veramente molto lungo: bisogna impegnarsi  al mille per cento per sviluppare il talento! In ogni caso sono contenta per Leonardo e gli auguro una carriera lunghissima.

All’interno dell’accademia di Imola Leonardo è un caso raro o ce ne sono altri? Lei ha altri allievi così giovani?

Leonardo possiede un talento particolare, ma nell’Accademia abbiamo tanti altri giovani, ognuno con una propria inclinazione. Per me ogni studente è speciale. Cercherò sempre di fare del mio meglio per aiutare ognuno di loro.

Voi insegnanti dell’Accademia pianistica di Imola preparate i vostri allievi ai concorsi internazionali? Quanto serve oggi alla carriera di un musicista vincere un concorso?

Per me la musica è musica, non sport. Oggi i giovani fanno concorsi per avere  visibilità, per farsi conoscere. Io come pianista ho vinto tanti concorsi; se mi guardo alle spalle, queste esperienze mi sono servite per crescere anche come musicista. Quando si suona su un palcoscenico in concerto è diversissimo dal suonare per un concorso. Certo, i concorsi servono, ma noi non facciamo musica per vincere una competizione. Noi amiamo la musica e le dedichiamo la nostra vita.

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